Uno dei giri in mountain bike ad alta quota più belli di tutto il Trentino, tra l’alta val di Sole, la val Camonica e la bellissima picchiata sul lago di Pian Palù in val di Peio.
Ricordi della val di Sole e del Rafting
L’ho fatto la prima volta credo più di 15 anni fa, quando ancora bazzicavo la valle come guida rafting e nelle giornate libere mi riposavo con queste scavallate in mountain bike. Sì perché il giro è lungo 70 km con 2400 m D + ma fatto tutto in fuoristrada è veramente impegnativo, per di più con una variante camuna suggerita da un local incontrato lungo il percorso molto gratificante ma che rende il tutto ancora più impegnativo .
Questa volta partiamo con Beberosky da una Mezzana semivuota dove alcuni turisti ritardatari passeggiano un po’ straniti. Le temperature sono frizzanti e la stagione, per quanto partita in ritardo, è ormai finita e i centri rafting sono tutti chiusi. Il nuovissimo Ursus Adventure, con al sua dependance a Ossana dove mi ricordo feste memorabili interrotte dai Carabinieri a tarda notte è vuoto, come il campeggio lungo la Vermigliana. Ogni posto qua mi ricorda qualcosa e nonostante abbia sull’orologio il GPX del percorso mi ricordo ancora tutta la salita fino al Passo Tonale, maso per mado fino a raggiungere la conca di Stavel e poi i tornanti per salire al passo.
Il Passo del Tonale con i suoi orrendi condomini e il vento.
Arriviamo in vista del Tonale dal sentiero del depuratore, di dove partono itinerari scialpinistici alla Sgualdrina e al monte Cercen, e saliamo al passo lungo il sentiero vita creato sopra l’elettrodotto. Pedaliamo fino al passo senza praticamente toccare asfalto. Un po’ d’acqua alla fontana vicino al monumento dei caduti e poi giù lungo le piste flow del bike park del Tonale, chiuso anche quello. Il Tonale ci aspetta con il solito vento frizzante che arriva da ovest, è meglio non perdere tempo. Rispetto agli anni “pioneristici” della mountain bike ormai ci sono cartelli ovunque, e basta seguire quelli dell'”Epic Trail della Grande Guerra”: anni fa si scendeva quasi fino a Ponte di Legno per poi risalire, adesso un bel sentiero di collegamento fa evitare l’asfalto e la perdita di quota. Qua sembra che la MTB non sia un nemico da combattere come in altre parti del Trentino ma, molto più pragmaticamente, un nuovo business da mungere.
La variante che evita le Case di Viso
Appena dopo essere entrati nella valle che porta alle Case di Viso, prendiamo per errore una strada a destra che si rivelerà un nuovo bellissimo itinerario per il rifugio Bozzi; dopo un po’ di smarrimento un local ci assicura che la strada è pedalabile e molto bella, e infatti dopo un po’ notiamo dei cartelli del giro in mountain bike “Camos” che però la indica come alternativa di discesa.
Il rifugio Bozzi
Al rifugio Bozzi amara sorpresa: troviamo tantissimi bikers, tanti escursionisti ma anche dei manovali al lavoro, e niente acqua! Peccato, al 20 settembre i rifugi del CAI dovrebbero essere tutti aperti!
Il lago di Pian Palù a Peio.
Poco sopra il lago abbiamo fatto alcuni incontri interessanti: un tedesco carico come un mulo diretto a piedi al rifugio Bozzi; non so se ci sia arrivato prima di sera, però mi ha detto che non era preoccupato perché aveva con sé tutto il necessario, anche per dormire all’aperto. Poi due fidanzatini tedeschi con pesanti bici da enduro e con il cane, incuranti del fatto che avrebbero dovuto spingere la bici per quasi tutto il tratto…. contenti loro! Io sono contento di riuscire ad esprimermi decentemente in tedesco!