Finalmente Marco riesce a portarci nella sua valle, a Tione; è comodo per lui che abita lontano da Trento e per noi per vedere posti nuovi. E’ così contento di vederci che sgambetta come un camoscio, e su per la val d’Arnò io e Willy lo teniamo a freno a fatica….
In un baleno siamo ai prati della malga d’Arno; fuori dal bosco la valle si apre in tutta la sua bellezza; è veramente un ambiente selvaggio e intorno a noi solo poche tracce di animali; cominciamo a salire a stretti zig zag non poco faticosi; si leva il sole ed in un attimo la temperatura si alza parecchio; siamo tutti stravestiti secondo le previsioni di meteotrentino ma qui non c’è traccia di vento gelido; un sole impassibile ci cuoce la testa: è già ora di cappello e non più di berretto? Per giunta oggi nessuno di noi tre ha portato la crema ed il mio collo sta raggiungendo il punto di cottura più o meno a 2300 m, di fronte al canale del Passo delle Marmotte.
Qua già c’ero stato nel 1998 (!) con Aldo l’ingegnere, rendero DOC ma ormai padre di famiglia a tempo pieno; oggi vogliamo fare il Corno d’Arno e poi salire sul Passo delle Marmotte per scendere al rifugio Trivena; il sole è veramnte caldo è l’andatura ne risente; le ultime zete sotto la cima sono veramente faticose; la pendenza è tale che i raggi del sole sono riflessi inesorabilmente verso di noi ed ovunque mi giri c’è un bagliore accecante. In cima lo spettacolo è veramente appagante; sotto di noi valli immense che lasciano aperta la porta alla nostra fantasia per future gite; eloquenti tracce ovunque intorno a noi, gli itinerari sono ormai tracciati un pò dappertutto.
Scendiamo fino al Passo delle Marmotte su neve non proprio ottima; per fortuna incrocio un gruppo di bresciani che mi dispensano un po’ di crema solare: “Mi avete letteralmente salvato la pelle” dico loro ringraziandoli. Rinvigorito rimetto le pelli per risalire il canale prima che ai compari vengano in mente propositi di rinuncia; leggo infatti nei loro occhi un po’ di stanchezza e di disidratazione; il canale è in ottime condizioni e si fa sci ai piedi.
All’uscita dello stesso incrociamo altri scialpinisti saliti dal Trivena che ci confermano che a nord la neve è ancora buona; vorrei attaccarci anche la salita al Craper Vag ma ormai è tardi ed i compagni di gita non mi accompagnerebbero; da solo è meglio non andare per il finale alpinistico che non conosco e rinuncio (prima birra per me).
Giù per il vallone allora; propongo di spostarci a destra seguendo traccie fresche; queste però si interrompono e confrontandoci con la carta (certo che una Kompass 1:50000 non è che ci possiamo capire qualcosa…..) non troviamo la via di uscita che invece scopriremo dopo esserci (seconda birra per me) ed allora seguiamo le altre evidenti tracce che fanno il giro sinistrorso al vallone e poi scendono gradatamente fino al Trivena.
Qui invece che riscuotere il pegno mi tocca anche pagare da bere per l’auto nuova……..pensa te!
Vabbè, la stagione di scialpinismo è appena iniziata, ci sarà tempo per altre bevute in onore di giornate splendide come questa!
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